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    Titolo del film: PA-RA-DA (Pa-ra-da)

Regia: Marco Potecorvo

Soggetto e Sceneggiatura: Marco Pontecorvo, Roberto Tiribischi

Fotografia: Vincenzo Carpineta

Musiche: Andrea Guerra.

Interpreti: Jalil Lespert (Miloud), Evita Ciri (Livia), Daniele Formica (Don Guido), Gabriel Adrian Rauta (Mihai), Patrice Juiff (Stephane), Bruno Abraham Kremer (Ambasciatore), Robert George Valeanu (Cristi), Cristina Nita (Tea), Liviu Bituc (Mosu), Florin Precup (Vlad), Andreea Perminov (Alina), Iulian Bucur (Constantin), Georgiana Anghel (Maria), Gabriel Huian (Viorel)

Genere, durata e nazionalità: Documentario-Drammatico, 111', Italia/Francia/Romania

 

   
         
    Trama:

   Pa-ra-da è la storia dell'amicizia tra una banda di ragazzini tra i tre e i sedici anni e il giovane clown franco algerino Miloud, poco più che ventenne.

   I bambini vivono da straccioni, come randagi, dormono nel sottosuolo di Bucarest, nelle grandi condotte dove passano i tubi per il riscaldamento e sopravvivono con furtarelli, accattonaggio e prostituzione. Sono bambini fuggiti dagli orfanotrofi o dalla povertà di famiglie indifferenti o disperate, bambini che vivono ammassati nel sottosuolo, nella rete dei canali, su cartoni e materassi putridi, in ambienti sporchi e soffocanti.

   Miloud coltiva il folle sogno di entrare in contatto con questi ragazzi diffidenti e induriti dalla loro drammatica esperienza di scontri, violenze, lutti, pedofilia e droga. Usa il suo carisma e la sua testardaggine per penetrare il muro di sospetto con cui si difendono e per tirarli fuori dalla loro condizione e portarli a una vita dignitosa. Insegnando le attività circensi e clownesche e riportandoli alla luce del sole, dà loro la speranza in un'esistenza futura.

   Dopo molte disavventure e vere e proprie tragedie, osteggiato da funzionari corrotti, Miloud riuscirà a creare una vera e propria compagnia circense con questi ragazzi di strada e riuscirà a portare in scena lo spettacolo nella piazza principale di Bucarest, dimostrando che era possibile ridare dignità umana ad esseri che tutti consideravano animali.

   
         
    Rassegna stampa    
         
       Luigi Pani - Il Sole-24 Ore, 12 Ottobre 2008

   L'importante è non chiudere gli occhi. Chi avrebbe mai pensato alla possibilità di recuperare i ragazzi di strada rumeni, quelli che vivevano nelle fogne come topi, utilizzando lo strumento del circo? Solo un "pazzo" come Miloud, il clown franco-algerino che, poco dopo la caduta del criminale regime di Ceausescu, all'inizio degli anni 90, capitò dalle parti di Bucarest con il solo scopo, all'inizio, di rappresentare il suo spettacolo. È questa la storia vera raccontata da Marco Pontecorvo in Pa-ra-da, un film che dovrebbe essere obbligatorio vedere. Perché ci mostra a quale grado di abiezione può arrivare una società; e insieme, senza retorica, accompagna un concreto, reale, durissimo cammino di liberazione. Molti di quei ragazzi e di quelle ragazze sono stati salvati. Miloud non è un santo, non è un invasato, non vuole dimostrare niente a nessuno. È, solo una persona capace di seguire la voce della sua coscienza. Probabilmente, di questi tempi, il più grande e concreto degli eroismi.
 

   
         
       Silvio Danesi - Il Quotidiano Nazionale, 20 settembre 2008

   La storia del celebre Miloud e dei giovani della Fondazione Pa- rada. Nei vagoni abbandonati, nei sotterranei, nei giardinetti della stazione di Bucarest, nel 1992, tre anni dopo la fine della dittatura di Ceausescu, bambini e adolescenti sopravvivono elemosinando, rubacchiando, prostituendosi, drogati di benzene dai sacchetti di plastica. Li nota il giovane Miloud, non solo promettente clown algerino parigino, ma anche sensibile animatore e idealista concreto che fa leva sulla sintonia “di strada” per ridare, a vite già disperate, un fondamento umano che chiama: «Rispetto!». Per se stessi prima di tutto. La dodicenne incinta, il piccolo romantico che chiede informazioni sul bacio, la ragazzina violentata e uccisa non si dimenticano. Ma non è un melodramma sociale. Il direttore della fotografia Pontecorvo, figlio di Gillo, esordisce nel lungometraggio con le idee chiare sul tragico quotidiano, l’elusione del sentimentalismo, il difficile lavoro con i ragazzini, il taglio realistico, con appena qualche indulgenza di rappresentazione. Lo devono vedere figli e genitori, insegnanti e allievi.
 

   
         
       Paolo D'Agostini - La Repubblica, 19 settembre 2008

   Marco Pontecorvo racconta una storia vera, Quella dei clown francese (ma di famiglia algerina) Miloud che arriva a Bucarest all’inizio degli anni Novanta, all’indomani della fine di Ceausescu, e si dedica al riscatto di una banda di bambini di strada, abbandonati a se stessi, fuggiti dagli orfanotrofi, sfruttati da gente senza scrupoli, ammassati come bestiole nei vagoni merci e nei canali sotterranei, spaventosamente incattiviti da questa vita, imbambolati dalle vernici che sniffano. Superando enormi difficoltà, perché non solo le istituzioni dalla moralità non proprio cristallina lo ostacolano (e le organizzazioni umanitarie lo guardano con sospetto) ma gli stessi ragazzini oggetto delle sue disinteressate attenzioni inizialmente lo respingono e lo coprono di insulti, Miloud compie il miracolo all’insegna della parola d’ordine “rispetto”. Portando la banda a diventare una compagnia di spettacolo circense che oggi gira il mondo. Con l’occhio e lo spirito di De Sica e Zavattini di “Sciuscià”, Pontecorvo (che di professione fa l’operatore, il direttore di fotografia. Ed è il figlio maggiore del grande Gillo) ha reso onore a una vicenda che è giusto far conoscere.
 

   
         
       Lietta Tornabuoni - La Stampa, 19 settembre 2008

   L'amicizia tra un giovane clown di strada franco-algerino e un gruppo di ragazzi romeni soli, meno che sedicenni, fuggiti di casa o dagli orfanotrofi, per il film di debutto di Marco Pontecorvo, direttore della fotografia, figlio di Gillo Pontecorvo. Non è il caso di temere pietismo o sentimentalismo: Pa-ra-da è sobrio e intenso, realistico, senza eccessi lacrimosi, ben fatto e commovente.
I bambini, detti boskettari, vivono alla stazione centrale di Bucarest, in sotterranei lerci; si mantengono con furti e prostituzione; si drogano con una speciale vernice o colla. Colpito al cuore da quel destino, il clown comincia a occuparsi di loro, vuole insegnare alla loro diffidenza un modo di vivere più umano, propone uno spettacolo, li istruisce nelle proprie arti circensi e clownesche. Ha successo. Alcuni si ribellano al suo fascino, qualcuno scompare, una bambina viene violata a morte, la polizia romena vuole rimpatriare il clown in Francia: ma i ragazzi cambiano. Se si pensa a film di analogo soggetto (Sciuscià di Vittorio De Sica, Scugnizzi di Nanni Loy, Noi ragazzi dello Zoo di Berlino di Uil Edel), Pa-ra-da, nome del gruppo circense formato dal clown nella realtà, con uno stile meno patetico e una recitazione più naturale dimostra come sarebbe possibile salvare quei bambini di strada odiati da tutti.
 

   
         
       Gian Luigi Rondi - Il Tempo, 19 settembre 2008

   Marco Pontecorvo è uno dei nostri più validi direttori della fotografia. Adesso, dopo una prima esperienza con un cortometraggio, sull’esempio di suo padre, il grande e compianto Gillo Pontecorvo, affronta anche la regia di un lungometraggio, questo «Parada» che come il titolo avverte, si rifà ad una associazione intenta soprattutto a coinvolgere e redimere ragazzi di strada insegnando loro l’arte circense e poi avviandoli a praticarla.
Lo spunto a Pontecorvo l’ha offerto l’incontro con un notissimo clown franco algerino, Miloud Oukili, che, negli anni Novanta, lasciata Parigi, si era trasferito a Bucarest, nella Romania del dopo Ceausescu, per tentare con ogni mezzo di soccorrere una miriade di ragazzini orfani o sbandati che, dormendo nel sottosuolo della città, passavano poi le giornate dediti all’accattonaggio, al furto, alla prostituzione, alla droga. Messi al bando dalla società anche perché, quando interveniva per affidarli a qualche orfanotrofio, se li vedeva poi sfuggire di mano quasi subito, con evasioni più o meno rocambolesce.
Il film racconta tutto questo, tenendo sempre bene al centro Mioud Oukili e seguendolo nella realizzazione di quel suo progetto, in apparenza utopico, di trasformare tutti quei ragazzini rissosi e spauriti in veri e propri artisti da circo, oggi addirittura in grado di compiere fortunatissime tournées anche all’estero.
L’arrivo a Bucarest, un primo incontro con degli assistenti sociali, i primi scontri, nel sottosuolo, tra le fogne, con un nugolo di giovanissimi diseredati pronti all’inizio a ritirarsi se non addirittura a ribellarsi. Con non poche complicazioni di sfondo -incidenti, aggressioni, calunnie- fino alla soddisfazione di poter raggiungere la metà sperata, sia pure con fatica.
Una cronaca, ma anche uno spettacolo in cui i personaggi, dal protagonista ai ragazzetti, hanno sempre fisionomie precise ben delineate, rappresentate con molto dinamismo cinematografico specie quando l’uso frequente della macchina a mano consente un immediatezza di gesti e di reazioni. Mentre, a sostenerli, una fotografia plumbea (non di Pontecorvo, questa volta, ma di Vincenzo Carpinota), fa gravare su tutto e su tutti -cornici e persone- un’atmosfera opprimente e soffocante.
Al centro come Miloud, un attore algerino di grande espressività, Jalil Lespertm che si ricorderà certamente ne «Le passeggiate di Campo di Marte» di Robert Guédiguian.
Attorno moltissimi non professionisti.
Tutti convincenti.
 

   
         
       Alberto Crespi - L'Unità, 19 settembre 2008

   II week-end propone anche il film di un figlio: Marco Pontecorvo, regista di Pa-ra-da, porta con giusto orgoglio il cognome del grande Gillo, l’autore della Battaglia di Algeri. Marco, bravissimo direttore della fotografia, sembra aver ereditato dal padre il respiro internazionale: per la sua opera prima è volato a Bucarest e ha raccontato la storia (vera) del clown francese Miloud Oukili, che dal ‘92 in poi lavora per togliere dalla strada gli orfani romeni. Si sa che, dopo il crollo del regime di Ceausescu, centinaia di ragazzini sono fuggiti dagli orfanotrofi e lottano per la vita in condizioni disperate. È l’altra faccia di 4 mesi 3 settimane 2 giorni, il film romeno Palma d’oro nel 2007. Oukili è interpretato dall’attore francese Jalil Lespert, ma i veri eroi dei film sono i bambini romeni nei panni di se stessi: citiamo almeno Cristian Valeanu e Cristina Nita, straordinari.
 

   
         
       Claudio Carabba - Il Corriere della Sera Magazine, 25 settembre 2008

   Nascosti nelle fogne di Bucarest (dopo la caduta di Ceausescu) alcuni ragazzi senza collare (e senza speranza) cercavano di sopravvivere con ogni mezzo, finché Miloud, intrepido clown, riuscì a salvarli, trasformandoli in artisti da circo. Il debuttante Marco Pontecorvo narra la favola, bella e vera, senza retorica, con immagini suggestive e lucida tenerezza.
 

   
         
       Boris Sollazzo - Liberazione, 19 settembre 2008

   Il clown come angelo buffo e salvifico è arrivato al cinema già con le fattezze e i trucchi di Robin Williams e del suo Patch Adams , portatore sano di risate nelle corsie degli ospedali. Amato dai pazienti, contestato da colleghi e "superiori", la sua vita non facile finì in un bel film di successo. Ora ci riprova Marco Pontecorvo, ottimo direttore di fotografia, che con questo film di ricostruzione - lo stile è quello di un documentario, grazie a un 16mm molto efficace - ci racconta la storia di Miloud Oukili, pagliaccio francese di origini algerine che nel 1992, nel suo vagabondare creativo di giovane artista inquieto approdò nella Romania post Ceausescu. Qui il cineasta, con umiltà e mutuando la stessa sensibilità verso le crepe del sistema del padre Gillo, ne ripropone le gesta. Perché Miloud scopre la realtà dei piccoli sbandati romeni tra i 3 e il 16 anni, centinaia di microcriminali definiti "boskettari" abbandonati a se stessi, sniffatori di vernice e sessualmente sfruttati. Decide di aiutarli con un naso rosso, un monociclo, insegnandogli il valore della risata lì dove c'è solo la disperazione e trasformando periferie dimenticate in isole felici.
Ovviamente non starà bene praticamente a nessuno: buoni e cattivi, con e senza divise, frappongono tra Miloud e i suoi piccoli discepoli ostacoli apparentemente insormontabili, dall'accusa infamante di abusi sessuali ripetuti alla burocrazia, passando per la prudenza delle organizzazioni umanitarie. Miloud, però, sfacciatamente presuntuoso almeno quanto è idealista, orgogliosamente imperfetto come lo sanno essere solo i veri eroi, non si è fermato e ora del suo metodo ha fatto sistema. Partendo da qui sono nati a ogni latitudine appartamenti sociali, centri diurni, progetti artistici stabili, figli di un movimento e di una fondazione internazionale e multietnica. Una storia che doveva essere raccontata, in tutta la sua imprudenza e gioia di sopravvivere. Pontecorvo sceglie il realismo, una fotografia asciutta e aderente ai colori e alle luci spente di una nazione alla deriva, ma soprattutto ha l'intelligenza di affidare il racconto a visi e talenti potenti. L'espressivo e intenso Jalil Lespert affiancato dalla talentuosa e affascinante Evita Ciri (altra figlia d'arte, la madre è Paola Pitagora) sono, fin dai lineamenti, il segno di questa straordinaria normalità. Un film vero e bello come il suo protagonista, a cui si perdonano anche alcune scorciatoie emotive e narrative da piccolo schermo.

   
         
       Adriano De Carlo - Il Giornale, 19 settembre 2008

   Pa-Ra-Da è un gruppo circense romeno che si esibisce in tutto il mondo. Un clown da strada, Miloud Oukilì, partendo da Parigi, giunge a Bucarest, tre anni dopo la fine di Ceausescu, e instaura un rapporto con i bambini che vivono nel sottosuolo della città, denominati «boskettari». Veri cani perduti che rubano, si prostituiscono o peggio. Il percorso formativo sarà doloroso ma approderà a risultati insperati. La storia e i personaggi sono veri e Marco Pontecorvo con notevole sensibilità ci rende cari i giovani protagonisti, senza moralismi di maniera. Un racconto commovente. Jalil Lespert si cala nel personaggio di Miloud con travolgente partecipazione.
 

   
         
       Maurizio Porro - Il Corriere della Sera, 19 settembre 2008

   Il bravo clown franco algerino Miloud Oukili, oggi 36enne, scuola dei Fratellini, giunge giovanissimo in Romania nel ' 92, per restarci pochi mesi e non 13 anni, incrociando la sua vita con i ragazzi dello zoo di Bucarest. Un' umanità disperata, fuggita dagli orfanotrofi, che vive nelle fogne, nei sottofondi della città povera e violenta, ancora sconvolta dalla guerra civile dopo la caduta di Ceausescu. Quello che accadde poi e che Marco Pontecorvo, figlio del grande Gillo cui il film è dedicato, ci racconta in un film senza retorica né moralismi, è la storia di un vero miracolo sociale, del trionfo della volontà, della costanza e del riscatto. Pa-ra-da, nome di un' associazione benefica nata nel ' 96 e dell' affermato gruppo circense che gira con successo per l' Europa, è infatti il risultato del lungo «corteggiamento» che Miloud ha fatto nei confronti del bambini dei tombini, detti «boskettari», che vivevano sporchi di accattonaggio e prostituzione fra tubi e canali, sniffando colla, vernici e spacciando, imitando, quasi mimando i peccati mortali degli adulti. Il primo film di Pontecorvo, direttore della fotografia, ripercorre in modo impressionistico questo pezzo di vita verista, alla Zola, per dare un contributo morale a quella storia ma anche ad altre storie che oggi girano per il mondo e che hanno a che fare con l' ingiustizia. Difficile, se non si è Fellini, non cadere nei tranelli del clown che piange col viso rigato di nero, eppure il regista deb quasi sempre ci riesce, insegnandoci che l' arte del ridere, virtù del circo, sintetizzata nel naso rosso posticcio, può avere un preciso scopo umanitario e riscattare la giovinezza di oltre mille ragazzi, aiutando le potenzialità artistiche nascoste sotto il degrado. Vissuto, più che interpretato, con perfetta aderenza da molti dei veri ragazzini e da Jalil Lespert, il film coprodotto con Rai 01 invita a non darsi per vinti: il finale mostra quanto bisogno ci sia oggi non di impronte digitali dei bimbi rumeni ma di film come Pa-ra-da, un happy end meritato.

   
         
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